martedì 10 novembre 2009

Ffwebmagazine - E adesso quando cadrà il Muro che divide l'Italia?


E adesso quando sarà possibile festeggiare la caduta del “Muro” che divide il Nord e il Sud dell’Italia? Ma andiamo con ordine. Berlino riunita ieri ha compiuto venti anni “insieme”. E il giorno dei festeggiamenti, al di là del tono celebrativo e della grande partecipazione popolare, è stato anche l’occasione per gli stessi tedeschi di ammettere che ancora resta molto da fare. Con molta lucidità è stato il cancelliere Angela Merkel ad evidenziare quanto manchi per giungere a una vera e propria unificazione: perché il fatto politico è stato importante ma da solo non basta. Deve diventare anche un fatto sociale ed economico. E la Merkel lo ha spiegato senza troppi giri di parole in un'intervista alla prima rete televisiva pubblica Ard: «La riunificazione tedesca è ancora incompiuta», e con ciò ha invitato tutta la Germania a fare uno sforzo per equiparare il tenore di vita tra est e ovest del Paese. Perché se nei territori dell’ex Ddr sono sorti molti «paesaggi fioriti», come aveva promesso Helmut Kohl al momento della riunificazione, «all'Est la disoccupazione rimane con un tasso doppio di quello dell'Ovest». In Germania, dunque, il rito della festa è diventato anche un momento di riflessione e di racconto nazionale su che cosa si è dopo vent’anni di nuovo insieme. E questo dopo una ricomposizione dolorosa e in un Paese che proprio in una “ragazza dell’Est” ha trovato il suo cancelliere, quella Angela Merkel che è riuscita con la sua Cdu a vincere nuovamente le elezioni dopo aver affrontato la tempesta della crisi economica.

L’anniversario della caduta del Muro, come era prevedibile, anche da noi ha coinvolto non solo emotivamente. Ma ha impegnato anche analisti e politici nell’interpretazione . Si è parlato infatti di «un’epoca carica di incertezza» riferendosi alla fine dei blocchi ideologici e dell’attesa di una vera (presunta) rivoluzione liberale che ancora manca all’Europa dopo la caduta di questi, o della vittoria del capitalismo . Ma, probabilmente, ciò che è mancato nell’interpretazione di questa data è stata la capacità elastica di spostare lo sguardi lo sguardo nell’individuare quali e quanti “muri”esistono nel nostro di Paese. Soprattutto a pochi mesi da quello che dovrebbe rappresentare per l’Italia il momento massimo del suo racconto come Stato. Perché, se tra pochi mesi l’Italia si appresta a festeggiare il 150° anniversario della sua Unità, i problemi legati alla fase seguente la costruzione dello stato nazionale sono ancora molti e irrisolti. Tanto che, tra gli storici e non solo, la concezione di “unificazione incompiuta” è un fatto più che condiviso. Così come il fatto che tale questione, che nasce “meridionale”, sia diventata ormai un fatto nazionale.

Quello che si trova a sud di Roma, insomma, se non è un muro di mattoni, è di certo un limite immateriale tra una modernizzazione che c’è e una che esiste a macchia di leopardo. Nel Mezzogiorno, infatti, i problemi non sono legati esclusivamente all’arretratezza economica anche se da questa sono quasi tutti in parte determinati. C’è, prima di tutto, una classe dirigente che ha dato scarsa prova di sé; un sistema criminale che le cronache consegnano ogni giorno come collaterale con la gestione della politica; un sistema familista dove – come raccontano le ultime inchieste di Napoli – il regime della culturale della raccomandazione sembra sostituire ogni forma di welfare. Per non parlare poi del ritardo delle varie “reti”: da quella infrastrutturale a quella telematica. Non è un caso allora – come dimostra un’inchiesta del Corriere della Sera – che davanti a questo quadro l’evento delle celebrazione dell’Unità non sia sentito quasi per nulla dalle giovani generazioni. Anche perché se in Germania - nel momento del maggiore giubilo per la riconquista dell’unità dopo il crollo del comunismo – chi gestisce la cosa pubblica come atto formale rilancia la questione generazionale, nel nostro Paese invece i festeggiamenti, fino a questo momento, sono diventati un po’ l’occasione (questa sì, italianissima) per “rattoppare” qualche buco o per stanziare fondi per opere pubbliche. Solo l’intervento di intellettuali come Ernesto Galli della Loggia o di rappresentanti delle istituzioni come il presidente emerito della repubblica Ciampi sono riusciti a far emergere più attenzione sulla costruzione culturale e, diciamolo, pedagogica del momento. Sarebbe più opportuno, a questo punto, se l’evento celebrativo diventasse a questo punto anche il momento per una grande “operazione verità” nel quale tutto il Paese – dalla politica, alla cultura, all’economia – si interroga sul serio su come risolvere la sua riunificazione. Proprio per abbattere quel Muro. Che da noi è in piedi da ben centocinquanta anni.

1 commento:

  1. Fatelo capire prima al Sig. Bossi e, a compegnia bella che gli sta accanto; e poi ne parliamo....

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