mercoledì 24 febbraio 2010

Galatina in Movimento ... per il territorio : Legge 181/89 per il rilancio delle aree di crisi


Individuazione di nuove aree definite di crisi ove le imprese potranno accedere a contributi per il prossimo triennio, incentivi a favore di interventi in settori strategici per l'economia regionale/nazionale e a favore di grandi imprese in difficoltà, oltre che per interventi relativi a infrastrutture. Il contributo è del 40% a fondo perduto per il sud e del 25% per il centro nord, a questo si somma il finanziamento agevolato del 30% già operativo per gli investimenti nel sud e che sarà attivato anche a favore delle imprese del Centro Nord. Questa la prossima operatività della legge Legge 181/89 per il rilancio delle aree di crisi, come sta per essere presentata alla Conferenza Stato - Regioni per la definitiva approvazione.

Le nuove agevolazioni e le nuove aree di crisi oggetto di contributiE' finalmente pronto il decreto di attuazione degli interventi previsti dalla Legge 99/2009 c.d. Legge per lo sviluppo. Il decreto va a evidenziare i criteri con i quali vengono individuate le nuove aree di crisi e le tipologie di interventi che potranno essere attuati, con un occhio di riguardo per le nuove imprese e per i progetti relativi a nuovi insediamenti produttivi. Inoltre va a stabilire gli interventi che vedranno scendere in campo in maniera congiunta Stato, Regione ed enti locali, i quali potranno stabilire l'accesso ad agevolazioni da parte di imprese di grande dimensione in momentanea difficoltà oppure incentivi a favore delle imprese facenti parte di settori strategici per l'economia regionale/locale.

Si amplia così l'area di operabilità della Legge 181/89, che da agevolazione riservata a specifiche zone si propone di divenire la nuova Legge da utilizzare a sostegno delle imprese in difficoltà. Nel caso di progetti presentati da singole imprese con richiesta di contributi a fondo perduto o finanziamenti con abbattimento degli interessi, gli stessi potranno essere concessi se il progetto prevederà la partecipazione obbligatoria al capitale sociale da parte di Invitalia, l'Agenzia nazionale nata per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa. La partecipazione dovrebbe essere acquisita attraverso la sottoscrizione di parte dell'aumento di capitale sociale, in forma minoritaria. L'intervento è regolato da appositi contratti che disciplinano l'acquisizione della partecipazione, le regole di corporate governance e le modalità di way out obbligatoria. Nel periodo di permanenza nel capitale sociale dell'impresa, l'Agenzia richiede tra l'altro bilanci certificati e budget e report periodici sull'andamento della gestione. La cessione della partecipazione è obbligatoria e si realizza attraverso l'acquisto, a un prezzo predeterminato, della quota dell'Agenzia di norma da parte dei soci privati al completamento del progetto e, comunque, non oltre i 5 anni dall'ingresso.

Gli investimenti ammissibiliLe agevolazioni sono riservate ai progetti che prevedono la creazione di nuove unità produttive oppure ampliamenti, ammodernamenti, delocalizzazioni, ristrutturazioni o riattivazioni di impianti esistenti. Nella normativa vigente in tutti gli investimenti devono obbligatoriamente produrre nuova occupazione. Possono presentare domanda le piccole, medie e grandi imprese operanti nei settori di attività estrattive, manifatturiere e di produzione dell'energia elettrica e della fornitura di servizi. È possibile richiedere le agevolazioni solo per spese sostenute successivamente alla presentazione della domanda.

Sono finanziabili spese riconducibili a investimenti produttivi, nello specifico: spese di progettazione e studi di fattibilità, fabbricati, opere murarie e infrastrutture, nuove attrezzature e macchinari, software informatici commisurati alla produzione e alle necessità gestionali dell'impresa, brevetti relativi a nuove tecnologie e processi di produzione ed infine mobili per ufficio e arredi. Sono invece escluse dalle agevolazioni le spese relative a studio e sviluppo dei prodotti, scorte, imposte, tasse, spese notarili, fabbricati già agevolati, attrezzature e macchinari usati, beni acquisiti in leasing ed attrezzature non ammortizzabili.

La Legge 181/1989 mette a disposizione delle imprese la possibilità di ottenere un contributo a fondo perduto al Centro-Nord fino al 25% degli investimenti ammissibili quota che al Sud può arrivare fino al 40%. In aggiunta, chi investe nel sud può ottenere un finanziamento agevolato per un importo fino al 30% degli investimenti ammissibili; la durata massima è di 10 anni, compresi i primi 3 di ammortamento. Attualmente per le imprese del Centro- Nord non è prevista la possibilità di attingere al finanziamento agevolato ma a breve, forse già a partire dal prossimo mese, il finanziamento agevolato sarà a disposizione anche delle imprese delle Regioni del Centro-Nord. Le agevolazioni sono erogate parallelamente allo stato di avanzamento dei lavori. Ciascun stato di avanzamento lavori deve essere pari almeno al 15% dell'intero programma investimenti. Le aree di crisi al momento sono dislocate in tutta Italia, con l’esclusione delle sole Regioni Trentino Alto Adige, Valle D’Aosta, Marche, Calabria e Molise.

Dr Roberto Lenzi (fonte Microsoft MPI)

martedì 23 febbraio 2010

Per la S.P. 362 una storia infinita.



giovedì 19 novembre 2009, dopo oltre due anni di inagibilità, sui quotidiani locali veniva enfatizzata la notizia :

Tornerà agibile la S.P. 362 !

Avevamo commentato la notizia con scetticismo augurandoci sin da subito di essere smentiti dai fatti ed essere qualificati come malpensanti.

Sono trascorsi 36 giorni dallo scadere dei 60 previsti per la riapertura e niente è cambiato : la SP 362 è chiusa ma percorribile, nulla che faccia presagire l'apertura ufficiale.

Ci chiediamo : ma i numerosi consiglieri regionali, di ogni parte e colore, che da giorni già frequentano assiduamente Galatina, che strada percorrono ? anche loro "nell'illegalità" ignorano i divieti attraversando il tratto non percorribile ? speriamo di no, ma qualche legittimo dubbio lo abbiamo !

Vergogna !!

venerdì 19 febbraio 2010

Galatina in Movimento ... per il cittadino : La comunicazione unica, la nuova procedura per la nascita delle imprese


Dal 1º aprile 2010 l’unico modo possibile per aprire una nuova attività imprenditoriale è la procedura telematica di Comunicazione unica. Questa procedura telematica è diventata aperta a tutti dal 1º ottobre 2009, dopo il successo del periodo sperimentale partito il 19 febbraio 2008 in 10 città (Torino, Milano, Venezia, Padova, Ravenna, Prato, Pescara, Napoli, Taranto, Cagliari). Il tema è stato già affrontato, ma sono intervenute diverse novità relative ai software utilizzabili e ai passaggi da seguire per il completamento della procedura. Si tratta di una novità importante, visto che ogni anno si registrano in Italia 400-500mila nuove imprese.

Ricevuta di protocollo
Alla neoimpresa giunge rapidamente, presso una casella di posta elettronica certificata (Pec), fornita anche dalle Camere di commercio, la ricevuta di protocollo della pratica, che costituisce il titolo per l’immediato avvio dell’attivita` . Nel frattempo il Registro delle imprese provvede, sulla base di protocolli di comunicazione comuni, a trasmettere le informazioni di interesse all’Inps, all’Inail, all’Albo Artigiani, ed all’Agenzia delle entrate, che possono a quel punto aprire una nuova posizione per la neoimpresa, riducendo cosi` il carico di incombenze amministrative per il nuovo operatore economico. Ovviamente questo non impedisce a Inps, Inail, ed Agenzia delle entrate di contattare direttamente l’operatore economico, ma a quel punto lo faranno solo per motivi specifici, e non per chiedere dati gia` in possesso del Registro delle imprese.

Le finalità e i vantaggi
L’obiettivo della nuova procedura e` quello di accelerare il trasferimento di un’idea di business al mercato, velocita` che e` spesso determinante per il suo successo.

A differenza del sistema precedente, quando prima di cominciare ad effettuare le operazioni l’impresa doveva attivare una serie di richieste e di iscrizioni presso varie istituzioni (es. l’Agenzia delle entrate per la partita Iva, la Camera di commercio per l’iscrizione nel Registro delle imprese, l’Inps per l’apertura delle posizioni previdenziali del titolare e degli eventuali collaboratori, l’Inail per l’assicurazione in caso di attivita` potenzialmente pericolose per i lavoratori), oggi basta qualche click. Il vantaggio e` quindi che la risposta degli enti puo` arrivare ora nella casella Pec (posta elettronica certificata) intestata alla neoimpresa nell’arco di qualche minuto, ed in ogni caso entro 7 giorni si devono avere le risposte di avvenuta iscrizione.

Un altro vantaggio e` che la ricevuta della ricezione della richiesta inviata dal Registro delle imprese costituisce titolo autorizzativo per cominciare le operazioni, e quindi a fatturare, come prevede la legge Bersani sulle liberalizzazioni (legge n.40/2007). Questo pero` a condizione che non ci sia bisogno di altre autorizzazioni, e per saperlo e` bene contattare il Comune, dove normalmente opera lo sportello unico per le attivita` produttive, che provvede a centralizzare tutte le autorizzazioni eventualmente richieste per la natura dell’attivita` (es. delle Asl per i certificati sanitari, dei Vigili del fuoco per le misure antincendio).

Infine, e` il caso di ricordare che dal sito www.registroimprese.it e` possibile fare anche visure telematiche e consultazioni dei documenti societari al costo di pochi euro, oltre che scaricare un pacchetto gratuito di software, denominato «im+ - Servizi per lo sviluppo dell’impresa», messo a punto da Infocamere. Il pacchetto ha varie funzionalita` , tra cui una di archiviazione e protezione dei dati piu` importanti di un’azienda, basata su un back up criptato presso un server di Infocamere, una per la cessione di piccole imprese, attraverso un apposito sito web, ed una di customer relationship management, che consente la gestione automatizzata dei rapporti con i propri clienti.


Autore: Massimiliano Di Pace
Fonte: PMI - Ipsoa Editore, Gennaio 2010

giovedì 18 febbraio 2010

Galatina in Movimento ... per il cittadino


Entro un anno addio alle "Ato". - Per i servizi idrici e quelli dei rifiuti.

Una delle novità introdotte dagli emendamenti al Dl salva-enti consiste nell'addio, entro dodici mesi, alle Autorità d'ambito territoriale (Ato) che attualmente si occupano del servizio idrico e di quello dei rifiuti; le competenze che oggi appartengono alle Ato saranno, con ogni probabilità, assorbite dalle province.

Sono stati, dunque, approvati, lo scorso 17 febbraio, tutti gli emendamenti presentati all'articolo 1 dal governo e dai relatori; resta ancora sospesa, invece, la questione del patto di stabilità al quale si riferiscono gran parte degli emendamenti all'art. 4 del Dl; respinte, infine, le modifiche proposte dall'Anci in merito ai rimborsi Iva sulla Tia, giudicate inammissibili. (Ilaria Crearo)



fonte : Il Sole 24 Ore - 18 febbraio 2010, pag. 36 (Norme e Tributi) -

Continua il tira-molla ..... come andrà a finire ?


Assessori, tagli ora. - Decreto enti locali: si parte al rinnovo del consiglio. Ridimensionamento già dal 2010.

Ieri, 17 febbraio 2010, le Commissioni affari costituzionali e bilancio della camera hanno approvato un emendamento del governo al dl 2 del 2010 sul rinvio al 2011 inerente il ridimensionamento degli enti locali; tale emendamento prevede - in anticipo - la riduzione, a partire dal 2010, del numero di assessori provinciali e comunali.
Mediante un ulteriore emendamento dei relatori, si provvede alla parificazione del tetto concernente il numero dei suddetti assessori - un quarto dei consiglieri - ed, inoltre, si da il via libera alla specifica secondo la quale il sindaco ed il presidente del consiglio vengono "computati ai fini del calcolo del 20% dei tagli delle poltrone".

Inoltre:

1.resta il difensore civico "territoriale" per quanto concerne le province;

2.si offre la possibilità di organizzare il territorio in circoscrizioni ai comuni aventi oltre 250mila abitanti e quella di avere un direttore generale per i comuni con un numero di abitanti superiore a 100mila;

3.viene specificata l'obbligatorietà della ridefinizione dei collegi in rapporto al taglio dei consiglieri provinciali. (Zaira Troso)

fonte : Italia Oggi - 18 febbraio 2010, pag. 31 (Norme e Tributi) -

venerdì 12 febbraio 2010

Rien ne va plus, les jeux sont faits



Rien ne va plus, les jeux sont fait.
Si, Signori e Signore, la partita volge al termine ed il croupier del “Casinò di Galatina” sta per pronunciare la fatidica frase.
Un personaggio strano questo croupier che, in un’apparente lucida follia, da ben 180 giorni distribuisce confusamente le carte in una partita, ai più, incomprensibile.
Sei mesi, questo è il tempo trascorso da quel torrido giorno di mezza estate quando 11 giocatori/consiglieri decidevano di alzarsi da un tavolo, sul quale alcuni di loro avevano tentato invano la fortuna, perché, non ritenendosi soddisfatti, avevano deciso di cercarne uno nuovo nella speranza di migliori opportunità. Un comportamento legittimo per qualcuno, un po meno per qualcun altro, ma che accettiamo nel rispetto del diritto alla autodeterminazione che ogni uomo ha, malgrado le ovvie valutazione negative del caso.
Dicevamo una partita davvero incomprensibile dove i giocatori, compressi in una logica davvero ristretta e senza alcuna visione programmatica delle strategie da attuare, si sono assunti, consapevolmente, la responsabilità di aggravare la già difficilissima situazione.

E’ assurdo. E’ mortificante. E’ ulteriore perdita di credibilità della politica galatinese.

La sensazione è che oggi Galatina in Movimento con la sua battaglia per mettere al centro dell’attenzione politica il problema dell’affidabilità e della coerenza di quegli uomini e quelle donne che si intende candidare, agendo per emarginare quanti in passato hanno dimostrato nei fatti di aver poco rispetto dei valori della Politica (quella con la P maiuscola) e dei cittadini /elettori, crea preoccupazioni.
Preoccupa forse il dover riconoscerci la coerenza nell’aver portato avanti, oramai da 5 mesi, questi principi.
Preoccupa ancora il dover dar spazio a chi queste idee le ha veicolate.
Preoccupa infine il dover dichiarare coi fatti, affiancandoci, che forse qualche errore è stato commesso.

A quanti nutrono una vana speranza diciamo no, proprio non è possibile avere la classica “botte piena e moglie ubriaca”, non è possibile ottenere il nostro appoggio senza attuare un reale rinnovamento che sia tangibile e visibile a tutta la comunità, perché l’ingresso e la fuoriuscita di alcuni da questo o quel partito in un percorso che talvolta è apparso tortuoso, se non addirittura spericolato, ha creato e crea disorientamento, se non disgusto, in quanti dovranno essere chiamati ad esprimere il proprio parere col voto il prossimo 28 marzo.
E’ ipocrita e falsa la sorpresa di quanti si chiedono perché il fossato che divide la politica galatinese dai cittadini è sempre più profondo, ne conosciamo tutti i motivi che in estrema sintesi, sostanzialmente, possiamo raffigurare con la difesa del piccolo potere conquistato da alcuni che, disinteressandosi totalmente del bene comune, tengono sotto scacco un’intera comunità, mentre la città si avvia ad un finto percorso di rinnovamento fatto solo di parole ma non di fatti, gli unici che potrebbero portarla ad essere una città normale.
Tutto ciò con palese danno generale alla gente ma ancor più alle attività produttive, un modo di fare politica a Galatina che sta facendo fare giornalmente non passi ma salti indietro, regredendo non soltanto sul piano politico ma anche e soprattutto sul piano economico.
La pentola è in ebollizione ed il coperchio sta per saltare, una nuova Amministrazione, la prossima, che se non sarà in grado di dare risposte di coerenza, coesione, impegno e buon governo assumerà sicuramente le sembianze della classica goccia che farà traboccare il vaso.
Coraggio, questa è la parola chiave. Ai Segretari di partito, ai Coordinatori, ai Responsabili locali è richiesto coraggio nell’interpretare il sentimento della comunità e dimostrare di essere vicini ai cittadini intraprendendo anche la strada politicamente più difficile, se non pericolosa, ma che siamo convinti darà loro la massima soddisfazione in termini di consenso. Quella dell’effettivo rinnovamento, senza il quale la collisione ed il conseguente tracollo sarà inevitabile.
Noi crediamo che questa sia l’unica strada percorribile, lo abbiamo detto e monotonamente lo ripetiamo, non abbiamo alcun timore di procedere in solitudine seguendo le nostre convinzioni, ma altresì non abbiamo smesso di sperare in atti di coraggio e non escludiamo quindi, in un riconoscimento di effettivo cambiamento, di poterci affiancare a quanti dimostreranno nei fatti di condividere con noi questi principi, la cui presenza in una politica normale dovrebbe essere scontata.
Non ne facciamo una questione ideologica e non ci sentiamo prigionieri delle nostre storie individuali, in questa battaglia per Galatina e per la sua comunità riteniamo di dover ovviare ad ogni impedimento di carattere puramente simbolico attenendoci esclusivamente ai fatti, valutando la buona volontà ed il coraggio di chi avrà a cuore questa nostra comunità, indipendentemente dalla sua collocazione e da schemi tradizionalmente precostituiti.

martedì 9 febbraio 2010

Galatina in Movimento si presenta alla città : ecco il nostro Programma !


Il Programma Politico-Amministrativo consultabile sul nostro portale

Resoconto dell'assemblea da www.galatina2000.it

Si è svolta nella mattinata di domenica (7 c.m.) l’assemblea di presentazione di Galatina in Movimento.
Nella loro sede, in Corso Re D'Italia, si sono presentati all’invito quasi tutte le parti politiche di destra e sinistra, per ascoltare e fare delle proposte. L’assemblea molto partecipata, ha visto tra gli intervenuti: De Paolis per il PDL, Falco del PD, Gerardo Filippo per IO SUD, Santoro Segretario del PdCI. Ognuno ha cercato di sottolineare il proprio punto di vista, invitando ovviamente il movimento a schierarsi il prima possibile, tenendo presente che oramai il tempo stringe e le elezioni sono alla porta.
Al temine dei saluti degli invitati hanno preso la parola i responsabili di GIM. Tra gli altri ha subito parlato Stefano De Benedittis spiegando le ragioni della nascita del movimento. De Benedittis, forse l’esponente più politico del gruppo, per rispondere alle tante sollecitazioni fatte dagli ospiti, ha affermato che se “il cuore dice di andare da soli, la mente potrebbe pensare ad alleanze strategiche”. A seguire, l’intervento che ha disegnato meglio il movimento, è stato quello di Albano Tundo, un non politico come lui stesso si definisce. Nelle sue parole è passato un messaggio fin troppo chiaro, GIM è un gruppo di donne e uomini di diverse estrazioni che guardano essenzialmente alla città. “Non ci interessa tanto chi governa la Città, l’importante che si governi” ha affermato Tundo, affinché non si passi dall’essere “La Città del vino” a diventare “la Città dello Zangone” (riferimento non casuale alle tante erbacce che ormai crescono ai margini dei marciapiedi). Affermazioni che disegnano la linea e sottolineano l’obiettivo primario del movimento di “recuperare immagine e dignità per Galatina”. Tra i responsabili di GIM non è passata inosservata l’attenzione che tutti gli invitati avevano: traghettare verso le proprie posizioni il movimento. In particolare Socialisti, UDC e Io Sud erano in attesa di avere una risposta all’invito esteso alcuni giorni prima. Appuntamento che è saltato. In conclusione dei lavori una cosa sembra essere uscita con chiarezza dall’assemblea: per GIM i tempi di possibili alleanze ormai sono scaduti, quindi la strada migliore per lanciare un messaggio chiaro alla città e quella di presentarsi soli con la propria “lista” alle amministrative di marzo.

mercoledì 3 febbraio 2010

Una tragedia che deve far riflettere


Articolo tratto dal sito on-line de il quotidiano Il Giorno.
Non aggiungiamo nulla, nessun commento, nella consapevolezza che ogni parola sarebbe inopportuna.

2010-02-03 —BERGAMO—

SERGIO MARRA si era adatatto a fare l’operario alla ditta Elgicolor di Ciserano (dove è stato occupato per oltre anno), ma la sua vocazione professionale era un’altra, quella di tecnico informatico. Attività che ha svolto per qualche tempo, cioè fino a quando ne ha avuto la possibilità. Ma è stato un periodo troppo breve, che lo ha illuso. «Poi, pur di non restare a casa disoccupato ,si era deciso a cambiare, accettando anche di fare l’operaio. Io e lui abbiamo condiviso momenti belli e altri meno felici e per la sua morte non c’è da colpevolizzare nessuno, ma solo da ringraziare Sergio per tutto quello che ha saputo donarci. Quello che è successo è stato del tutto inaspettato: la vita non l’ha compreso e la società, cioè tutti noi, non l’abbiamo aiutato».

A RICORDARE COSÌ l’operaio disoccupato che in preda alla disperazione si è dato fuoco sabato scorso ed è morto per le ustioni subite, è Francesco Vendola, un amico che vive in provincia di Como, presente ai funerali che si sono svolti ieri pomeriggio nella chiesa parrocchiale del quartiere di Boccaleone, dove Sergio Marra abitava. «E’ stata una tragedia improvvisa - racconta - arrivata senza alcun preavviso. Ero al corrente delle difficoltà che Sergio stava passando, me lo aveva confidato lui stesso al telefono, ma mai mi sarei immaginato che potesse decidere di farla finita, in un modo così terribile, poi... Ogni tanto ci vedevamo, o, quando non era possibile, ci sentivamo telefonicamente. Sapevo di questa sua difficoltà a reinserirsi di nuovo nel mondo del lavoro, ma in attesa di trovare un posto, almeno a parole, non si dava per vinto. E allo stesso tempo continuava a coltivare la sua passione per l’informatica, il settore che più lo interessava, anche dal punto professionale».

INSIEME CON LA MOGLIE Linda Sardo, più giovane di lui, Sergio, 36anni, si era trasferito a Bergamo da Galatina (Lecce) sei anni fa. Dopo qualche tentennamento inziale, alla fine avevano deciso di acquistare l’appartamento nel condominio di via Pizzo Recastello. «Nonostante fossero qui da tempo - continua l’amico Francesco - non avevano stretto molte amicizie con i vicini. Ma non perchè Sergio fosse chiuso o poco comunicativo: anzi, di lui ho un ricordo bellissimo, quello di un ragazzo sereno, che amava la vita e sorrodeva volentieri. Certo - aggiunge - la perdita del lavoro lo aveva amareggiato, ma non sembrava depresso. Almeno, io non ho mai percepito nulla di ciò. Sicuramente la loro situazione non era facile. Anche la moglie Linda, che era occupata come commessa in un negozio, da qualche mese aveva perso il lavoro. Insomma: di soldi in casa ultimamente non ne giravano molti. Ma non era soli, perchè i genitori di entrambi davano loro una mano economicamente, per far fronte a questo periodo difficile. Che Sergio confidava fosse transitorio: proprio per questo motivo, nel tempo libero continuava ad occuparsi di informatica, nella speranza un giorno di poter trovare una occupazione in quel settore. Proprio per questo non riesco a spiegarmi ciò che è accaduto: perchè lo ha fatto?»

LA STESSA DOMANDA se l’è posta anche il parroco, don Alberto Marchesetti, che ieri ha officiato i funerali a cui hanno partecipato oltre 200 persone, tra parenti arrivati dalla Puglia e amici di Sergio e di Linda: «In tanti ci siamo chiesti il perchè di quel gesto - ha detto il sacerdote nella sua omelia - e forse una risposta adeguata a questa domanda non esiste. O, forse c’è, ma se l’è portata via Sergio. Ciò che possiamo fare ora è smetterla di pronunciare parole approssimative, poichè nessuno è in grado di entrare nella mente di una persona. La vita non l’ha compreso e nemmeno la società, sempre alla rincorsa frenetica del benessere. Una società dove il lavoro non è più garantito». Ora la salma di Sergio Marra sarà portata a Galatina, il paese d’origine dell’operaio, dove sarà tumulata.
Rocco Sarubbi

Galatina in Movimento : Comunicato stampa.






Finalmente qualcuno ha colto il principio ispiratore che costituisce, ormai da cinque mesi, la ragione della nascita di “Galatina in Movimento”, ossia l’esigenza di affrancarsi dal centralismo dei partiti e di tornare a far politica dal punto di vista dei galatinesi. Ma al di là degli appelli - per i quali ormai non c’è più tempo – occorre indicare improrogabilmente le modalità operative per realizzare l’ambizioso progetto. La direttrice già da noi delineata in questi mesi è fin troppo chiara: creare percorsi alternativi, da concordare anche con i partiti che ne condividano la ragione ispiratrice, per la soluzione di alcuni e ben determinati problemi che affliggono la nostra città, indicando concretamente le modalità per affrontarli; il tutto nell’esclusivo intento di risollevarne le sorti.
Vi è solo una imprescindibile condizione che porremo a tutti i nostri interlocutori: avvalersi del contributo di tutte le menti più fervide e libere della comunità locale, liberandosi dalla schiavitù di coloro, che pur dotati di munifici suffragi, hanno, fino ad ora, utilizzato strumentalmente la politica per finalità tutt’altro che generali.
Ed allora vista la comunanza d’intenti che ci caratterizza, sollecitiamo Carlo Gervasi, ad uscire fuori dagli equivoci in cui è incappato il suo Movimento ed a creare insieme, senza indugi, un tavolo per definire tale percorso, nell’auspicio di poterlo condividere con quanti s’ispirano ai medesimi principi.

Galatina in Movimento

lunedì 1 febbraio 2010

Galatina in Movimento ... per il cittadino : L'uso pubblico della via privata obbliga il Comune a risarcire il danno.


Con sentenza della Corte di Cassazione - Sentenza 4 gennaio 2010 n. 7
si è stabilito che :

Il Comune può essere condannato a risarcire i danni provocati dalla cattiva manutenzione di una strada anche se di proprietà privata.
Infatti, in caso di uso pubblico "di fatto" della via, l'ente locale ha l'obbligo di sorvegliare che siano effettuati tutti i lavori necessari per evitare pericoli per la cittadinanza e, in caso di omissione, risponde direttamente del danno provocato. Lo ha chiarito la Cassazione con la sentenza 7/2010 secondo la quale se un Comune consente «alla collettività l'utilizzazione, per pubblico transito, di un'area privata assume l'obbligo di accertarsi che la manutenzione dell'area e dei relativi manufatti non sia trascurata».

Galatina in Movimento ... per il cittadino : Parte la moratoria sui mutui.


Dopo mesi di confronto tra il mondo bancario e i Consumatori, con buona pace di migliaia di italiani soffocati dalle rate dei mutui a causa della crisi, e’ stato firmato l’accordo tra l’Abi e 13 associazioni che ufficializza il via libera alla sospensione per 12 mesi delle rate.

La moratoria sul pagamento delle rate che, secondo le prime stime diffuse lo scorso ottobre potrebbe interessare fino a 130 mila soggetti, scattera’ a partire da febbraio 2010.
Vediamo come funziona.
La sospensione si applica per i mutui - anche in fase di preammortamento - di importo fino a 150mila euro accesi per l’acquisto, costruzione o ristrutturazione dell’abitazione principale a prescindere dalla tipologia di tasso di interesse contrattuale (fisso, variabile o misto).
I soggetti che potranno farne richiesta sono il mutuatario (in caso di mutuo cointestato tutti i cointestatari, ovvero gli eredi - esclusi gli eredi minori - interdetti o inabilitati per i quali interviene il tutore) con un reddito imponibile fino a 40mila euro annui che hanno subi’to o subiscono nel biennio 2009 e 2010 eventi particolarmente negativi (morte, perdita dell’occupazione, insorgenza di condizioni di non autosufficienza, ingresso in cassa integrazione), compresi quelli che hanno ritardi nei pagamenti fino a 180 giorni consecutivi.
Gli eventi sfavorevoli devono verificarsi tra il 1 gennaio 2009 ed il 31 dicembre 2010.
Inclusi nell’operazione anche i mutui cartolarizzati, quelli ceduti a garanzia dell’emissione delle obbligazioni bancarie, i rinegoziati nell’ambito dell’accordo dello scorso anno e quelli che gia’ sono stati oggetto di portabilita’. Rientrano, altresi’, nella lista anche i finanziamenti accollati a seguito di frazionamento.
Sono, invece, esclusi i mutui con ritardo nei pagamenti superiore ai 6 mesi consecutivi al momento della presentazione della domanda da parte del mutuatario, ovvero per i quali sia intervenuta la decadenza dal beneficio del termine o la risoluzione del contratto stesso, anche tramite notifica dell’atto di precetto o sia stata avviata da terzi una procedura esecutiva sull’immobile ipotecato. Fuori anche i mutui con ritardo nei pagamenti inferiore a 180 giorni qualora tale ritardo si sia verificato antecedentemente al verificarsi degli eventi che consentono di far scattare la sospensione dell’ammortamento e quelli di durata contrattuale originaria inferiore a 5 anni. Non rientrano nella moratoria neanche i finanziamenti che fruiscono di agevolazioni pubbliche (contributi in conto interessi/capitale e provvista).
Capitolo a parte per gli interessi.
Nel periodo di sospensione maturano gli interessi contrattuali pattuiti che possono essere rimborsati dal cliente secondo diverse modalita’, a seconda se la sospensione avvenga per la sola quota capitale o per la quota capitale e la quota interessi.
Sull’intera operazione non, invece, essere previsti ne’ interessi di mora, ne’ spese di istruttoria, e neppure commissioni e garanzie accessorie. La sospensione potra’ quindi avvenire in due modi: con il rinvio della somma delle rate sospese a fine mutuo (e in questo caso si pagheranno gli interessi solo sul capitale rinviato che saranno “spalmati” sulle rate alla ripresa del naturale pagamento del mutuo); oppure con il rinvio della parte di rata relativa al solo capitale, continuando quindi a pagare solo la parte della rata relativa agli interessi maturati.
Per quanto riguarda le banche aderenti, va detto che la lista sara’ pubblicata sul sito dell’Abi (www.abi.it), dove sara’ anche possibile scaricare il facsimile del modulo di richiesta di sospensione, che sara’ comunque distribuito presso le filiali delle banche stesse.
La banca attivera’ poi la sospensione entro 45 giorni lavorativi dall’accoglimento della richiesta del cliente, comunicando l’eventuale diniego alla domanda del cliente entro 15 giorni lavorativi dalla presentazione della stessa.
L’Abi e le Associazioni dei consumatori hanno previsto di monitorare l’andamento dell’iniziativa nel corso del 2010 (almeno ogni sei mesi) per avere un quadro aggiornato e attualizzato della situazione. L’auspicio e’ che i meccanismi della moratoria possano funzionare in modo piu’ efficiente rispetto ad altre agevolazioni precedenti, come il cosiddetto tetto al 4%.