venerdì 20 novembre 2009

DICIAMO NO AL FOTOVOLTAICO SELVAGGIO


Riceviamo e volentieri pubblichiamo.

Il dibattito politico in città si percepisce ancora come una riunione di condominio dove non c’è mai accordo, condivisione di proposte, ma solo rinfaccio di rancori. La politica è ferma, il dibattito si scontra contro quei legittimi desideri di avere il sindaco. Tutti fermi sulle proprie posizioni, la politica si rappresenta come le pagine di un calendario dove i volti e i luoghi sono sempre uguali, cambiano solo i giorni delle settimane di un anno rispetto all’ altro. Per la città però non è così, perché Galatina subisce pesantemente le scelte dei privati che senza alcun disturbo realizzano i propri affari. Fuori le mura della città i pannelli fotovoltaici si stanno mangiando il territorio, tanto nessuno controlla. Eppure , proprio sulle energie rinnovabili, la coalizione Antonica si divise, fu costretta a ritirare dalla discussione del Consiglio una delibera sul fotovoltaico impegnandosi a darsi il piano energetico comunale per disciplinare l’ installazione di impianti fotovoltaici sul proprio territorio. Per i Commissari prefettizi, Simone Tufariello e Alberto Capuano, non c’ era fretta, ci saremmo aspettati un senso di cortese prudenza proprio perché le forze politiche sulle energie rinnovabili si erano divise, in città e nel palazzo proprio perché mancava il piano energetico comunale e ogni decisione era da rinviare fino a quando l’ Amministrazione non avrebbe avuto il PEAR impegno questo assunto in consiglio all’ unanimità. Ora l’ energia pulita è diventata una moda e siamo diventati tutti tifosi spassionati e per eccesso di entusiasmo non riusciamo a vedere quando la partita è truccata e l’ arbitro è cornuto. I ricorsi degli ambientalisti, le numerose bocciature del Tar e le delibere presentate e poi ritirate documentano abbastanza le turbolenze e gli interessi nell’ ambito delle scelte energetiche. Noi siamo convinti sostenitori delle fonti rinnovabili, del fotovoltaico diffuso e dell’ eolico di piccolo taglio, ma siamo strenui oppositori della speculazione energetica dei privati che guardano e si muovono solo per il senso del portafoglio di affari. Il paesaggio delle nostre campagne è cambiato, dove ieri c’ erano vigneti e orti oggi vediamo pannelli, ci siamo dimenticati che nei momenti difficili la terra per noi è stata un salvagente che ci ha salvato nei momenti difficili. A Galatina il vuoto della politica è stato troppo lungo e per questo le forze più vive sentono sulla propria pelle le conseguenze dei ritardi e delle scelte mancate. Ora i problemi si sono aggravati, si sono fatti avvertenze come:
la raccolta dei rifiuti e lo scioglimento della C.S.A.,
l’ ambiente e l’ inquinamento dell’ aria di polveri fumi e diossina,
la realizzazione di un’ area attrezzata di un mercato settimanale e l’ aggiornamento del piano commerciale,
il piano di mobilità e il servizio dei parcheggi,
il recupero e il rilancio del Quartiere Fieristico e la zona industriale,
il rilancio e la valorizzazione del centro storico e del Museo Pietro Cavoti da inserire nella rete dei musei nazionali e quindi nelle mostre,
infine la realizzazione di un mercato ortofrutticolo in contrada Cascione, in alternativa al vecchio ipermercato, lungo l’ asse viario della 101 nella direttrice dello Ionio dove in estate i turisti arrivano e superano le 600000 presenze. Bisogna cambiare pagina, bisogna trovare un candidato sindaco bravo, competente, esperto di amministrazione e capace di usare l’ arte di governo. Questa è una esigenza sentita da tutti ed è nella responsabilità delle forze politiche. Il bene della nostra città è nelle nostre mani, io spero molto, e mi auguro che prevalga la responsabilità in ognuno di noi, la città ci aspetta alla prova.
Luigi Mangia

Una preoccupazione che condividiamo, tant'è che abbiamo proposto (qui a lato) un
sondagio per capire se tale sentimento è diffuso o meno nella società. Nella pur esiguità dei votanti è evidente che è fortemente maggioritaria l'opinione secondo
la quale la via dell'energia alternativa è necessaria ma con regole certe e condivise. Una gestione "selvaggia" non può che violentare ulteriormente un territorio già ferito.

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