mercoledì 23 dicembre 2009

Auguri, fra idealismo e pragmatismo.







Oggi il termine “ideale”, da sostantivo pregno di significati positivi, è degradato ad un uso, quasi esclusivo, come aggettivo qualificativo di cose spesso effimere: l’auto ideale, la vacanza ideale, ecc. ecc. Dare poi dell’idealista a qualcuno ha assunto una connotazione negativa perché allude alla sua mancanza di senso della realtà ed è quindi da considerarsi un’offesa.
Ma siamo certi che ciò risponda a realtà ?
Idealismo è sinonimo di spiritualismo, utopia, purezza ed è il contrario di praticità, disincanto, realismo che sono le caratteristiche del cosiddetto “pragmatismo”. Per definizione ciò che è ideale non è reale e ciò che è reale non è ideale. Mentre gli idealisti tengono ferma la direzione e guardano con sospetto ogni deviazione, i pragmatici sono consci del fatto che portare a termine qualcosa vuol dire tradurre (e tradire!) le idee originali. Il pragmatismo è tolleranza nei confronti dei simboli, preferenza dell’approssimazione all’esattezza e della flessibilità al rigore.
I politici di successo sono quasi sempre pragmatici e pongono il consenso ed il conseguimento dei (propri) risultati avanti a tutto consci che l’idealista è quasi sempre autolesionista e talvolta (o sempre) è pervaso da ingenuità.
Quale augurio potremmo quindi fare a Galatina, trovare sotto l’albero una nuova classe politica idealista o una pragmatica ?
Negli ultimi anni è stato di moda essere estremamente pragmatici, o per meglio dire utilitaristi, condizione incoraggiata e premiata decidendo che la cosa fondamentale non era tanto avere delle idee-guida, ma voler portare a compimento qualcosa. Ecco allora che i principi ideali, sono stati percepiti come zavorra, freni ai comportamenti utili, quindi al bando la cultura umanistica perché un buon tecnico ed un capace manager sono più utili di un “filosofo”. Col risultato che spesso, non raggiungendo gli obiettivi prefissati, il tonfo era perentorio e non si usufruiva nemmeno del paracadute dell’ideale a cui si era rinunciato a propri.
La bilancia pende quindi dalla parte dell’idealismo ? Forse, perché anche in esso troviamo criticità :
l’idealista, cullato dal suo credo, dorme bene, il pragmatico si gode le ore di veglia;
l’idealista opera sperando di essere ricordato a lungo, il pragmatico fa di tutto per vivere a lungo;
l’idealista è “orgoglione” (orgo-glioso co-glione) e combatte le sue battaglie fino alla fine (sua), il pragmatico è opportunista, chiude contratti e sigla accordi per continuare a prosperare;
l’idealista pensa che la storia gli darà ragione, il pragmatico sa che la storia è scritta dai vincitori e si comporta di conseguenza;
l’idealista resta fermo sull’insuccesso e rimugina sul come ritentare, il pragmatico “volta pagina” e cerca nuovi obiettivi;
Una cosa accomuna l’idealista ed il pragmatico: ad entrambi può capitare di essere definiti, per l’intransigenza l’uno e per il cinismo l’altro, emeriti stronzi.
Sembrerebbe un percorso senza uscita, prigionieri nella scelta, comunque pregna di dubbi, tra l’idealista inconcludente e il pragmatico cinico che nell’applicazione delle sue convinzioni spesso eccelle superando perfino la maestria di Machiavelli.
Come spesso accade, allora, il “giusto” è nel mezzo, sarebbe quindi auspicabile una classe politica “idealpragmatica” che sappia distinguere il tempo (pre-elettorale) in cui è opportuno, forse necessario, sognare e far sognare, dal tempo (di governo) in cui trasformare pragmaticamente quei sogni in atti reali e concreti pur non abbandonando etica e principi.
Ecco cosa sentiamo di dover augurare a Galatina, trovare sotto l’albero una nuova classe politica all’altezza, adeguata al compito da svolgere, fatta di persone intelligenti, di cultura, con principi etici e morali ma possessori di quella giusta dose di pragmatismo che permetta loro di realizzare gli ambiziosi programmi e le idee pre-elettorali idealizzate.
Buon Natale Galatina e buon anno nuovo,
con l’ augurio più sincero che Tu sappia scegliere gli uomini e le donne migliori in ogni schieramento affinché il 2010 sia l’anno della riscossa.
Indipendentemente da chi Tu decida di farti governare.

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