mercoledì 24 febbraio 2010

Galatina in Movimento ... per il territorio : Legge 181/89 per il rilancio delle aree di crisi


Individuazione di nuove aree definite di crisi ove le imprese potranno accedere a contributi per il prossimo triennio, incentivi a favore di interventi in settori strategici per l'economia regionale/nazionale e a favore di grandi imprese in difficoltà, oltre che per interventi relativi a infrastrutture. Il contributo è del 40% a fondo perduto per il sud e del 25% per il centro nord, a questo si somma il finanziamento agevolato del 30% già operativo per gli investimenti nel sud e che sarà attivato anche a favore delle imprese del Centro Nord. Questa la prossima operatività della legge Legge 181/89 per il rilancio delle aree di crisi, come sta per essere presentata alla Conferenza Stato - Regioni per la definitiva approvazione.

Le nuove agevolazioni e le nuove aree di crisi oggetto di contributiE' finalmente pronto il decreto di attuazione degli interventi previsti dalla Legge 99/2009 c.d. Legge per lo sviluppo. Il decreto va a evidenziare i criteri con i quali vengono individuate le nuove aree di crisi e le tipologie di interventi che potranno essere attuati, con un occhio di riguardo per le nuove imprese e per i progetti relativi a nuovi insediamenti produttivi. Inoltre va a stabilire gli interventi che vedranno scendere in campo in maniera congiunta Stato, Regione ed enti locali, i quali potranno stabilire l'accesso ad agevolazioni da parte di imprese di grande dimensione in momentanea difficoltà oppure incentivi a favore delle imprese facenti parte di settori strategici per l'economia regionale/locale.

Si amplia così l'area di operabilità della Legge 181/89, che da agevolazione riservata a specifiche zone si propone di divenire la nuova Legge da utilizzare a sostegno delle imprese in difficoltà. Nel caso di progetti presentati da singole imprese con richiesta di contributi a fondo perduto o finanziamenti con abbattimento degli interessi, gli stessi potranno essere concessi se il progetto prevederà la partecipazione obbligatoria al capitale sociale da parte di Invitalia, l'Agenzia nazionale nata per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa. La partecipazione dovrebbe essere acquisita attraverso la sottoscrizione di parte dell'aumento di capitale sociale, in forma minoritaria. L'intervento è regolato da appositi contratti che disciplinano l'acquisizione della partecipazione, le regole di corporate governance e le modalità di way out obbligatoria. Nel periodo di permanenza nel capitale sociale dell'impresa, l'Agenzia richiede tra l'altro bilanci certificati e budget e report periodici sull'andamento della gestione. La cessione della partecipazione è obbligatoria e si realizza attraverso l'acquisto, a un prezzo predeterminato, della quota dell'Agenzia di norma da parte dei soci privati al completamento del progetto e, comunque, non oltre i 5 anni dall'ingresso.

Gli investimenti ammissibiliLe agevolazioni sono riservate ai progetti che prevedono la creazione di nuove unità produttive oppure ampliamenti, ammodernamenti, delocalizzazioni, ristrutturazioni o riattivazioni di impianti esistenti. Nella normativa vigente in tutti gli investimenti devono obbligatoriamente produrre nuova occupazione. Possono presentare domanda le piccole, medie e grandi imprese operanti nei settori di attività estrattive, manifatturiere e di produzione dell'energia elettrica e della fornitura di servizi. È possibile richiedere le agevolazioni solo per spese sostenute successivamente alla presentazione della domanda.

Sono finanziabili spese riconducibili a investimenti produttivi, nello specifico: spese di progettazione e studi di fattibilità, fabbricati, opere murarie e infrastrutture, nuove attrezzature e macchinari, software informatici commisurati alla produzione e alle necessità gestionali dell'impresa, brevetti relativi a nuove tecnologie e processi di produzione ed infine mobili per ufficio e arredi. Sono invece escluse dalle agevolazioni le spese relative a studio e sviluppo dei prodotti, scorte, imposte, tasse, spese notarili, fabbricati già agevolati, attrezzature e macchinari usati, beni acquisiti in leasing ed attrezzature non ammortizzabili.

La Legge 181/1989 mette a disposizione delle imprese la possibilità di ottenere un contributo a fondo perduto al Centro-Nord fino al 25% degli investimenti ammissibili quota che al Sud può arrivare fino al 40%. In aggiunta, chi investe nel sud può ottenere un finanziamento agevolato per un importo fino al 30% degli investimenti ammissibili; la durata massima è di 10 anni, compresi i primi 3 di ammortamento. Attualmente per le imprese del Centro- Nord non è prevista la possibilità di attingere al finanziamento agevolato ma a breve, forse già a partire dal prossimo mese, il finanziamento agevolato sarà a disposizione anche delle imprese delle Regioni del Centro-Nord. Le agevolazioni sono erogate parallelamente allo stato di avanzamento dei lavori. Ciascun stato di avanzamento lavori deve essere pari almeno al 15% dell'intero programma investimenti. Le aree di crisi al momento sono dislocate in tutta Italia, con l’esclusione delle sole Regioni Trentino Alto Adige, Valle D’Aosta, Marche, Calabria e Molise.

Dr Roberto Lenzi (fonte Microsoft MPI)

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