lunedì 1 marzo 2010

Rileggendo pensieri del passato : una democrazia apparente.





Rifiutiamo il modo feudale di intendere la politica

Fedeltà, tradimento, investiture, slealtà, ingratitudine sono parole che se nella vita quotidiana assumono un forte ed attuale significato, applicate alla politica danno alla stessa una connotazione d’altri tempi, che ci rimanda speditamente nel Medioevo, con quei modi quasi feudali di intendere la politica in cui non mancano i vassalli, i valvassori e ovviamente i poveri cittadini nello scomodo ruolo di valvassini se non servi della gleba.
C’è chi negli ultimi anni ha ceduto alla tentazione di riesumare queste categorie accettando dal sovrano di turno (onorevole, senatore o consigliere regionale) l’investitura a vassallo sul feudo galatinese e in cambio dell’impegno alla lealtà ed al servizio perpetuo ha ricevuto benefici materiali, potere territoriale ed immunità sulle malefatte perpetrare nell’esercizio del potere.
Eccolo il giuramento del vassallo che tanti pseudo politici han pronunciato, forse con parole diverse ma con il medesimo spirito di un tempo : “A tal signore magnifico io, il tale. Poiché si sa benissimo da parte di tutti che io non ho di che nutrirmi o vestirmi, io ho richiesto alla pietà vostra, e la vostra benevolenza me lo ha concesso, di potermi affidare e accomodare al vostro mundio, e così ho fatto; cioè che tu debba aiutarmi e sostenermi, tanto per il vitto quanto per il vestiario, secondo quanto io potrò servire bene e meritare; e, finché io vivrò, ti dovrò prestare il servizio ed ossequio dovuti ad un uomo libero e non potrò sottrarmi per tutta la mia vita alla vostra potestà o mundio, ma dovrò rimanere finché vivrò nella vostra potestà e protezione” Succubi, stremati e depauperati nei propri valori e nelle tradizioni, i valvassini galatinesi hanno, in un recente passato, riposto la loro speranza in una giovane donna che sembrava figlia della Provvidenza. Sembrava, perché poi alla prova dei fatti ha assunto sembianze di regista del Caos, dando quasi il colpo di grazia alle residue speranze di riscatto di quei poveri 11.000 popolani che chiedevano solo di essere ben governati ed in lei e nella sua gioiosa macchina da guerra avevano creduto. Una nuova opportunità è concessa per legge, anche se sovrani e vassalli ne farebbero volentieri a meno, fra poco più di tre mesi i valvassini, se ne avranno la forza ma ancor più la voglia di crederci, cercheranno una nuova possibilità di riscatto, certo non sarà l’ultima ma sarà sicuramente la più importante degli ultimi anni, nel bene o nel male.
Galatina una città fuori dal mondo ? Sembrerebbe di si, non solo perché non esistono più sovrani e vassalli ma anche perché i rapporti di potere, nel mondo democratico, occidentale e più o meno liberale, non si possono più basare sulla fedeltà “personale” ma si fondano sulla condivisione di un progetto, di un percorso, sulla consonanza fra programmi e idee. Se la politica medievale si basava sul “feudo” quella contemporanea dovrebbe, casomai, basarsi sul patto fra eguali: l’alleanza, più che l’investitura. Discorso che nella società contemporanea dovrebbe valere per tutti i rapporti di fiducia, per quelli fra eletti ed elettori, ma anche per quelli fra eletti ed eletti. E in ogni caso, a sostenere l’azione politica è nei sistemi moderni, condivisione che non si suggella con il “dono”, ma si riscrive e si ristabilisce quotidianamente. Un patto non fra cavalieri, ma fra cittadini. Nessun “omaggio”, ma solo convinzione, insomma e fa sorridere che qualcuno possa anche solo ancora pensare di impostare sui parametri feudali le vicende politiche contemporanee.
C’è chi, oggi, sulla scena politica galatinese si presenta come qualcosa di alternativo, non “nuovo” ma alternativo, nella consapevolezza che il nuovo assoluto nella vita come in politica non esiste, lo pensava Antoine Lavoisier secondo il quale “Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma.” e ne siamo convinti anche noi. Galatina in Movimento, teorizzato da due o tre amici con passate esperienze politiche, nasce e cresce non “per” qualcuno ne tanto meno “contro” qualcuno, ma per la volontà di un gruppo di uomini e donne provenienti prevalentemente dalla società civile che ambisce ad essere qualcosa di alternativo, che possa contribuire a sopperire alle mancanze della politica partitica. Una connotazione alternativa che ci siamo imposti sin da subito nella consapevolezza che solo in questo il movimento troverà la sua legittimazione.
Complesse e complicate, principalmente per chi sino ad oggi la politica l’ha più subita che vissuta, si sono presentate le modalità e le vie da intraprendere per darsi l’ambita connotazione di “alternativa”. Si prospettava la via forse più semplice, una strada forse arrogante e megalomane che prevedeva di andare fino in fondo in felice solitudine, ma non siamo né arroganti né megalomani, siamo uomini e donne moderati che non credono di essere “portatori della verità assoluta” né credono che al di la dello steccato ci sia il “male assoluto”, quindi vorremmo poter condividere il cammino con uomini e donne di buona volontà, anche sotto il simbolo di altri partiti o movimenti, ma con principi etici coincidenti ai nostri. Si lo vorremmo, senza ma e senza se, nella consapevolezza che se non ci saranno i presupposti certamente non ci preoccupa l’idea della “felice solitudine”. Vogliamo poter dare un contributo alla rinascita di Galatina, miriamo dritti a Palazzo Orsini ma non a tutti i costi ed a qualsiasi prezzo, non saremo mai disponibili a barattare le nostre dignità per qualche briciola di potere.
E’ necessario allora fare distinzioni partendo da precisi presupposti, ascoltare e, se possibile, condividere il cammino con chi riteniamo serio ed affidabile per la città rifiutando fermamente le tante “sirene” che cantano alla nostra porta ma che non garantiscono quei principi per noi irrinunciabili. Tutto ciò richiede prudenza, tanta prudenza, specie in uno scenario attuale in cui l’inaffidabilità è regola e sembra talvolta di assistere ad una partita del “tutti contro tutti” , dove, a secondo della convenienza del momento e che nel momento successivo cambia, con disinvoltura si sottoscrivono alleanze e si individuano nuovi nemici ad ogni respiro. E’ triste e deprimente constatare oggi come la gran parte dei partiti in scena non sanno che ruolo recitare perché ancora una volta i vassalli galatinesi devono dimostrare fedeltà ed obbedienza al “signore” di turno ed attendono “disposizioni” nelle quali per nulla sarà tenuto conto delle esigenze della città e moltissimo dipenderà dalle esigenze politiche regionali o provinciali ed allora come impegnare il tempo in tale attesa se non “giocando” agli statisti ? Sorbiamoci quello che è stato definito il periodo del “consulto” gratis anzi gratuito e spesso inutile. E’ questa oggi la condizione di Galatina.
Nessun abile “prestigiatore” potrà e dovrà troverà ospitalità in Galatina in Movimento, né trasformisti professionisti che hanno fatto del “nomadismo” la loro fede politica forti di una dote elettorale a volte dubbia, pena il declassamento del Movimento da speranza d’alternativa a classica piccola lista civica di cui i galatinesi, immagino, non ne sentano il bisogno.

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