martedì 16 marzo 2010

Rileggendo pensieri del passato : "E’ una questione di algebra elementare, con un’incognita : determinare il fattore QI "


Quota, quoziente, logica, problema, risultato, parliamo di argomenti matematici ?
Parliamo ancora una volta di politica, ovvero del problema di come attivare la logica nell’uso delle quote che discriminino le persone, oltre che per il sesso e l'età, anche per il quoziente, quello intellettivo ovviamente, con l’unico scopo di ottenere un buon risultato nella selezione della classe politica. Questa logica non prevede l’utilizzo di sofisticate e complesse equazioni ma richiede semplicemente l’applicazione di regole dell’algebra elementare, perché come in algebra anche in politica, dove le incognite non mancano mai, si possa alla fine giungere al giusto risultato.
Non discutiamo, ovviamente, l’utilità, in questo determinato periodo storico, dell’utilizzo delle così dette “quote rosa” che impongono ad un ambiente maschilista, qual è quello della politica, di dare uno spazio almeno accettabile alle donne, ma riteniamo che, in linea di principio, in una società avanzata, la vera discriminante nell’applicazione delle quote dovrebbe essere il quoziente d’intelligenza e la cultura soggettiva perché le donne devono avere la possibilità di accedere alla politica e nei posti di rilievo purché siano competenti e preparate, principio valido per loro come per i colleghi uomini. La riflessione è necessaria per determinare quali siano i percorsi che devono portare alla selezione di chi poi rappresenta i cittadini.
Sarebbe opportuno, se non indispensabile pensare di realizzare l’unico vero e irrinunciabile rinnovamento della classe politica basandosi non, come fatto sino ad oggi, sui parametri dell’età e del sesso ma secondo quelli dell’intelligenza e della cultura.
Non solo quindi “quote rosa” e “quote giovani” ma principalmente “quote cervelli pensanti” che si sovrappone alle altre due e che non le esclude, ovviamente.
Eccola la vera rivoluzione, una svolta culturale ed intellettuale nella selezione dei prossimi candidati al Comune , ma anche alla Regione, che sicuramente darebbe nuovo impulso e fresca linfa vitale alla politica galatinese e pugliese.
Ci vuole coraggio, da parte di tutti. Il coraggio di quanti sono demandati a comporre il mosaico delle prossime liste elettorali che dovrebbero poter trovare la forza di scommettere sulla qualità dei candidati più che sulla quantità dei voti a “corredo”, candidati con alti QI che produrrebbero forse ancor più consensi tra gli elettori se solo si avesse l’ardire di puntare su di loro. Ci vorrebbe, ovviamente, il coraggio degli stessi intellettuali nel rendersi disponibili per contribuire, in prima linea, alla crescita della propria comunità, perché spesso, molto spesso, essi ritengono “indegna” la politica attiva e preferiscono ritirarsi sull’ Aventino a criticare. Da ultimo, ma non per questo meno importante, ci vorrebbe il coraggio di tutti noi elettori, quel coraggio che ci porterebbe a valutare molto più gli “individui” ed un po meno i simboli. Cambiare potrebbe poter essere molto meno difficile di quanto si creda e spesso siamo noi elettori a renderci “complici inconsapevoli” del misfatto per l’indifferenza e la superficialità con cui ci accostiamo alle competizioni elettorali.
Un grande maestro del giornalismo italiano, Indro Montanelli, ebbe a scrivere :
"Se ti sarai finalmente accorto che per cambiare una Repubblica non basta chiamarla Seconda senza esporsi al pericolo che ci faccia rimpiangere la Prima; e che non serve buttare fra i panni sporchi una classe politica corrotta se non c'e' una lavanderia in grado di fornircene un'altra di bucato;”
La lavanderia a cui fece riferimento Montanelli siamo noi, gli elettori, gli unici ad avere il potere di cambiare la "biancheria" politica.
I candidati sono individui ognuno con la propria storia e le proprie peculiarità ed anche in una stessa lista c’è la possibilità di scegliere, un candidato non è uguale ad un altro. Crediamoci dando un chiaro segnale alla politica, iniziamo a valutare gli uomini a cui affidiamo la “delega in bianco” per la gestione del nostro presente ma ancor più per la costruzione del nostro futuro basandoci anche, in modo determinante, sulla loro cultura.

Nessun commento:

Posta un commento