lunedì 16 gennaio 2012

Irresponsabili noi per aver mal riposto la delega. di Rossano Marra

da Il Galatino del 13 gennaio 2012.
Con la (più che annunciata) “caduta” dell’Amministrazione con a capo il sindaco Giancarlo Coluccia si chiude ancora in malo modo un’altra (l’ennesima) vicenda politico-amministrativa di Galatina.
Le dimissioni di tredici consiglieri comunali (su venti), avvenute il 20 dicembre 2011, sono l’ennesima prova del pessimo uso del voto fatto dagli elettori galatinesi. Eleggere al massimo consesso cittadino persone che periodicamente determinano il bello e il cattivo tempo dovrà far meditare, ma proprio tanto, i cittadini-elettori che si fanno abbindolare da chi – da quasi venti anni – dimostra di essere, dopo ogni tornata elettorale, sempre più famelico e più avido di potere.
La colpa non è di chi si propone e poi viene eletto (fa il proprio mestiere, perché altro non sa fare), ma di chi elegge persone che hanno vieppiù dato esempio di inaffidabilità una volta al potere. E al potere è sempre riuscito ad arrivare, scegliendo la coalizione vincente: centrodestra, centrosinistra, centro non ha mai fatto differenza. L’importante era vincere per ipotecare poltrone e intrufolarsi in ogni nuova trattativa tutte le volte che c’era qualcosa da spartire.
In molti non hanno condiviso la candidatura di Giancarlo Coluccia a Sindaco di Galatina non per la sua persona, ma per il “contorno” che di lui si è fatto scudo. Il 16 aprile 2010, in prima pagina del n° 7 di questo quindicinale, dopo l’occhiello “Giancarlo Coluccia eletto Sindaco al ballottaggio con il 59,89% dei voti” abbiamo titolato “Evitare il cappio al collo” e poi, ancora il 15 luglio 2011, sul n° 13 sempre di questo giornale, siamo tornati sull’argomento titolando “È ora di sciogliere il cappio al collo del Sindaco”.
Non è il caso di ripubblicare quanto scritto in quelle due occasioni, ma già i titoli sono eloquenti. Non vogliamo prenderci i meriti per aver visto lontano. Considerata la qualità politica di certi personaggi, che con lungimiranza riescono a stare sempre dalla parte vincente, non potevamo sbagliare: più volte si sono dimostrati inaffidabili e più volte si sono trovati non per caso nella coalizione vincente. Salvo poi a far cadere l’Amministrazione comunale per i soliti motivi che hanno a che fare con la ricerca continua e mai sopita di conquistare altro potere. Già nel citato articolo del 2010 profeticamente scrivevamo “In tanti [elettori, n.d.r.] hanno scelto […] quella che sembra la coalizione con maggiori possibilità di cadere in breve tempo”. Sembrava azzardato, ma purtroppo (per la città) così è stato.
Da partito di lotta e di governo, il partito in questione ha poi sempre assunto il ruolo di partito di lotta al proprio governo. Se le conseguenze negative fossero solo per quel partito, o per la coalizione raffazzonata messa in piedi nella primavera del 2010, il male sarebbe modesto. Purtroppo i danni maggiori sono per l’intera comunità galatinese, perché ogni elezione comunale costa (ballottaggio compreso) non meno di centocinquanta mila euro. E non solo, perché inevitabilmente si determina uno stallo alle attività politico-amministrative e con esse all’intera economia della città. Senza dimenticare che la grave crisi mondiale aggrava le difficoltà di Galatina: la nostra città vive un pessimo periodo non solo politico, ma soprattutto economico, commerciale, sociale, culturale. In poche parole la nostra città ha perduto la sua identità faticosamente costruita nel corso di dieci lunghi secoli. Galatina, durante le ultime festività natalizie, sembrava una città fantasma con negozi pressoché vuoti perché non è stata messa in essere alcuna campagna pubblicitaria (come avviene in altre realtà) a favore delle locali attività commerciali e artigiane, e non è stata organizzata una qualsiasi attività culturale o sociale.
L’“evento” musicale organizzato per la sera del 31 dicembre in piazza è meglio non commentarlo da queste colonne, perché potremmo scivolare nel volgare e non vogliamo metterci allo stesso livello di certi personaggi che hanno a cuore solo il portafoglio.
Dopo tanti “errori” commessi dall’elettorato (non dimentichiamo i risultati delle ultime quattro-cinque consiliature) i galatinesi dovrebbero trovare la forza ed il coraggio di non sostenere le “proposte allettanti” ed i “consigli interessati” di chi chiede per parenti prossimi, e in modo anche “pesante”, il voto di preferenza alle elezioni amministrative. Ci vuole uno scatto di orgoglio e di libertà e votare per persone che non hanno motivo di arricchirsi con la politica, che non hanno militanza politica, ma possibilmente con una lunga esperienza tecnico-amministrativa, e soprattutto che non devono dare conto a “padrini” che vengono da fuori città.
Galatina ha diritto all’autodeterminazione ed i suoi cittadini hanno il diritto di salvaguardare i propri interessi senza intermediari vicini e/o lontani.
Se gli elettori di Galatina continueranno a dare il proprio voto agli sconfitti dalla storia, o che si sconfiggono da soli, non dovranno più lamentarsi in futuro: vogliono autoflaggellarsi e nessuna scusa potrà salvarli dalla fine ingloriosa riservata ad una città che ha avuto grandi e nobili natali, ma che negli ultimi anni sta “svendendo” tutti i gioielli di famiglia.
Nessuna scusa, dicevamo, per qualsiasi candidatura che ripresenti errori del passato. Galatina ha bisogno di un suo rinascimento e solo così potrà vivere una nuova stagione politica, sociale, culturale, commerciale, ecc.
Diffidiamo di chi vuole riciclarsi. Dovremmo aiutare tante liste civiche a unirsi fra loro per debellare il cancro della politica di bottega dettata da segreterie che hanno il solo obiettivo di tenere a bada e sotto scacco una città che vuole e deve liberarsi dei vecchi oligarchi.
“C’è gente che non è mai giunta ai concetti, perché è rimasta ferma ai preconcetti, come non è mai giunta al giudizio, restando nel pregiudizio”.



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